riflessioni-Maurizio Castellini

riflessioni

 

la danza divina impedita dalla mortificazione del femminile

28.10.18
 
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Lungo la mia storia di terapeuta, mi sono trovato ad incontrare sempre più profondamente, il problema della lesione profonda del femminile e di riflesso i suoi effetti sulla relazione con il maschile, a sua volta leso dallo sbilanciamento che ne consegue.

È davvero devastante: la nostra cultura occidentale ne è così impregnata da considerarlo normale..

Le radici di questa grave distorsione sono diverse.

Il ruolo principale però, il primato indiscusso, spetta a quella Chiesa che continua a riempirsi la bocca di 'valore della donna' mentre invece, praticamente, lo nega senza sconti fin dagli scritti iniziali di  san Paolo, dove è nato il cristianesimo religione.

Queste affermazioni sono diventate regole/leggi rimaste nei secoli a guidare giudizi e scelte, fino a quel 'malleus malleficarum' della caccia alle streghe, che ha ucciso, dopo orribili torture, un numero imprecisabile di donne, ben oltre quello ammesso dal Vaticano, e dove si trova scritto che, "a causa della loro debolezza e a motivo del loro intelletto inferiore, sono predisposte a cedere alle tentazioni di Satana". Le stime che trovano più largo consenso parlano di circa 110.000 processi, svoltisi principalmente in Germania (50.000), Polonia (10.000), Francia (10.000), Svizzera (9.000), isole britanniche (5.000), paesi scandinavi (5.000), Spagna (5.000), Italia (5.000) e Russia (4.000). Brian Levack ha valutato le esecuzioni capitali al 55% dei processi, giungendo pertanto ad un totale di giustiziati pari a circa 60.000 persone in tre secoli. In questi processi l'80% degli accusati era di sesso femminile, mentre in Estonia (60%), Russia (68%) e Islanda (90%) vi fu una predominanza maschile (Wikipedia).
Se per duemila anni (pochi anni di teologia moderna non cancellano quegli archetipi consolidati) la donna è stata considerata alla radice del peccato, indegna per natura, schiacciata da poteri umilianti e 'normali', è logico che alla fine i risultati siano quelli che quotidianamente ci è dato di vedere.
Ed in questa cultura siamo cresciuti tutti. E quei giudizi lavorano a livello di inconscio collettivo e personale anche in chi, evoluto intellettualmente, pensa per questo di essersene liberato.

Riporto dal libro di Donnini su Maddalena (la cui autorità e ruolo vero sono stati censurati dalla chiesa ) cosa scriveva s. Paolo sulle donne... rimasto nelle fondamenta della religione.

"Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia”[1-Tim 2,12]

"Ogni donna che prega o profetizza in pubblico, senza tenere il capo coperto, disonora il proprio marito, perché il capo coperto è segno della sua sottomissione. Proprio così, se la donna non vuol mettersi il velo, allora si faccia anche tagliare i capelli! Ma se è vergognoso per una donna farsi radere la testa, allora, che si metta anche un velo! L’uomo, invece, non deve coprirsi la testa, perché è immagine e gloria di Dio; mentre la donna è la gloria dell’uomo. Infatti, non è l’uomo che è stato fatto dalla donna, ma la donna dall’uomo. E Adamo, il primo uomo, non fu creato per la donna, ma la donna fu creata per lui. Per questa ragione e per riguardo agli angeli, la donna deve portare il capo coperto, come simbolo della sua sottomissione all’uomo”[1-Cor 11, 5-10],

"Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la Legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea. Forse la parola di Dio è partita da voi? O è giunta soltanto a voi?"[1-Cor 14, 34-35],

"Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore”[Col 3,18],   

"Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto”[Ef 5,22]

Il cambiamento qui non può arrivare da una cretina lotta femminista ma da un salto di consapevolezza, un cambiamento interiore, dove davvero si arrivi a sentire con il Cuore il proprio valore.

Solo allora sarà possibile che  femmminile e maschile si incontrino da una posizione di autentica parità di dignità di ruolo, che è tutt'altro dal pretendere di fare le stesse cose, fino al grottesco...  Solo arrivando ad un gioco libero e paritario di Anima è possibile che uomo e donna divengano reciproci Maestri per integrare i propri aspetti non risolti e camminare così, per mano, verso la manifestazione piena della propria originale Bellezza.

Namasté



 

 

sento o... penso di sentire?

sabato 20 ottobre

 
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Spesso Sentire, all'inizio delle esperienze, è solo un 'pensare di sentire' ben lontano da quello che la nostra Anima ci suggerisce.

Anche dopo anni di lavoro su se stessi, si può trattare semplicemente della percezione delle reazioni fisiche che manifesta la Parte o Personaggio o Sé che in quel momento predomina.

Quindi attenzione alla convinzione di essere già nel Cuore e di poter parlare od agire 'liberamente' da lì, semplicemente perché con molta probabilità, si stanno solo sentendo le reazioni fisiche che accompagnano quanto sta accadendo... stiamo pensando o agendo dentro un modello di comportamento o Sé o Personaggio...

Come fare ad andare oltre, verso un Sentire più vicino alla Guida dell'Anima o Luce?

Non pare esserci via migliore di fidarsi di quello che comunque si avverte, restando a sentire quello che accade, compresi gli effetti sugli altri.

Ad esempio, se arriva una spinta a correre in soccorso del proprio figlio, anche se si nutre il dubbio possa trattarsi degli 'ordini arcaici' del Patriarca o della Matriarca, si potrà agire comunque, rimanendo però in ascolto di tutto quello che il corpo andrà a manifestare durante ed in conseguenza di quello che si andrà a fare.
Se dopo una iniziale soddisfazione, che deriva dal sentirsi lodati perché 'bravi' rispetto alle Regole osservate del Patriarca o della Matriarca, è importante cogliere anche il possibile subentro di ben altro, come tensione, fastidio, impotenza, sensazione di aver solo fatto da scarico: a quel punto si farà sempre più chiaro cosa sia successo e ci si renderà conto di 'Chi' davvero abbia agito.

Lo stesso vale per la Brava Madre che si sente 'brava', e lo sente davvero – lei pensa 'perché di cuore' - quando ogni domenica cucina per tutti i figli, ma subito dopo si sente frustrata e ingabbiata, fisicamente stanca o addirittura esausta, per quel 'rito' in cui 'deve' offrirsi 'per amore'.

Piano piano, grazie al Sentire, possiamo liberarci, senza la violenza dell'auto giudizio, da questi automatismi che non fanno bene ne a noi ne all'altro.

Prendere su di sé il carico dei problemi dell'altro, gli toglie l'opportunità di incontrarli e progredire attraverso quelle 'lezioni' che gli servono.

Spostandoli sulle nostre spalle andiamo a farci del male inutilmente.

Quanto importante è tenere a mente quella frase magnifica delle Costellazioni Familiari, che dovremmo avere sempre dentro di noi incontrando i problemi altrui: 'mi inchino al tuo destino e lo lascio a te'.

Ascoltando sistematicamente e correggendo il tiro, in base a quello che di volta in volta si farà percepire, si potrà arrivare a Sentire in modo sempre più pulito la voce della propria Anima.

Namasté

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l'uomo è cacciatore...

domenica 16 settembre 2018

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Scoppi improvvisi
di silenzio impietrito

vegliano l'andare
di piccole anime,
strappate
al canto sui rami.


Invisibili ai senza Cuore.

scritta tra i colpi di fucile di questa domenica mattina di settembre...

 





L'uomo è cacciatore... è vero. Lo è stato per decine di migliaia di anni... Ma, seguendo lo stesso ragionamento è anche molto altro perché abita nell'inconscio di ciascuno anche un Sé stupratore, un Sé ladro, uno fedifrago e truffatore, un Sè assassino, un Sé sfruttatore, che sono stati variamente 'necessari' a salvare dall'estinzione la specie e che ora sono tenuti rinnegati perché polari a quei Sè che invece servono ora per vivere in questa società: il Sé onesto, il Sé leale, maestro, disinteressato, amorevole,… ma che altro non sono che Sè, come i primi.

Il Sé cacciatore, come ogni altro Sé, andrebbe conosciuto ed onorato. Agito è un altro paio di maniche. Ancora peggio per 'sport'.
Non serve uccidere animali per onorarne la presenza.. Ci sono altri modi, sani, per non arrivare ad infliggere sofferenza assurda.
E non vale la scusa 'uccido per mangiare'. E' diventata ridicola. La carne, per molti, è come se crescesse sugli alberi... Ci sono diversi video che mostrano l'orrore che provano le persone messe di fronte all'uccisione dell'animale 'da mangiare'. E questo fotografa bene quanto sia degenerato il rapporto con la vita reale, del mondo in cui viviamo.

Da questo punto di vista i cacciatori potrebbero essere visti come più 'umani' ma... i cacciatori non sparano per mangiare. Forse lo fanno per vantarsi, forse per l'archetipo che rappresenta uccidere animali, forse per le proiezioni archetipiche falliche,... ma certo non per necessità alimentari.

Sull'uccidere per mangiare, ricordo quello che scriveva una teologa cattolica – fatalità donna! -. Più o meno suonava così: io ho deciso di non essere vegetariana, però uccido con le mie mani l'animale di cui mi nutrirò, onorando il suo sacrificio e ringraziando... Sembrano le stesse preghiere degli indiani americani quando andavano a caccia per i loro bisogni alimentari ed onoravano il divino per quello che loro offriva, ne più e ne meno di quello che davvero serviva, in un gioco di equilibri che conoscevano ed onoravano...


Namasté


 
 

Luce e Terra: da una folla di risorse il  cammino verso l''UNO'

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19 agosto 2018

 

E' parte del mio compito aiutare  le persone a divenire sempre più consapevoli del gioco delle proprie parti. Per questo torno a parlarne anche nel mio ultimo libro 'le tre chiavi'. Se ciascuno non diviene consapevole del suo essere 'in tanti', manca il punto di partenza per camminare verso l'UNO.

Siamo LUCE e TERRA mescolati assieme da cui scaturiscono questi nostri molti aspetti che avrebbero tutti pari dignità, se non fosse stata loro negata dal classificarli in buoni o cattivi, presentabili ed impresentabili... etc.

Questa selezione, imposta dall'ambiente e portata a compimento dall'educazione, ha lo scopo di farci stare al meglio nel contesto dove siamo sbarcati. E' uno scopo sano, normale, utile, necessario perché la storia di ciascuno di noi inizia dal bisogno di proteggere la vulnerabilità originale del nostro bambino interiore. Per quella abbiamo creato quei nostri tanti Sé, quanti servivano / servono per essere visti, accuditi, nutriti,  amati...

E quei tanti personaggi sono presenti contemporaneamente! E' questo è il secondo salto di consapevolezza da fare. Non siamo solo una successione di personaggi che schizzano più o meno automaticamente uno DOPO l'altro. Siamo diversi, tanti, CONTEMPORANEAMENTE. Ricordate quella poesia potente di Catullo, che tradotta suona più o meno così: “ti amo e ti odio, nello stesso tempo. Quello che so è che sto male”. Ma ce ne rendiamo conto solo in situazioni eccezionali perché normalmente, ne cavalchiamo uno a dispetto degli altri ... ma tutti gli altri ci sono appena dietro l'angolo!

Così, “nel mezzo del cammin di nostra vita”, arriva il momento in cui ci accorgiamo che i personaggi / Sé / maschere / ego che ci siamo creati per proteggerci, sono progressivamente diventati gabbie che sono andate a restringere la possibilità di sperimentare la NOSTRA BELLEZZA ORIGINALE, fino a creare quel malessere che spesso sfocia nella MALATTIA.

Ci siamo fossilizzati, immedesimandoci sempre più in alcuni aspetti (brava mamma/papà, moglie/marito. figlia/figlio, etc) e così se n'è andato tanto della VITA,  dell'energia che si genera dal movimento della 'folla' di tutti gli altri...

Crescere questa consapevolezza è essenziale, ma difficile, soprattutto da soli, perché siamo stati indotti a considerarci sempre "tutto d'un pezzo", “ io sono questo", “io sono così” e censurare tutto il resto. Per questo serve aiuto, servono percorsi, serve prima di tutto non fare “turismo spirituale” andando un po' di qua un po di là. Si arriva a scalare una montagna non solo perché si è deciso  di farlo, ma con una pianificazione, risorse ed energia, … Così, se abbiamo creato tutti quei personaggi perché necessari a proteggerci, per star meglio, non è facile lasciarli... va incontrata e presa in carico quella vulnerabilità, quella paura che li ha creati!

Da questo malessere di solito inizia il vero cammino spirituale, che ha la caratteristica di andare in direzione opposta a tutto ciò che propone rinuncia e divisione.

Spiritualità non è 'continuo ad amputarmi dei miei aspetti di terra, mi metto a meditare così allontano il fuoco che sento dentro'. Quella è l'edu-castrazione che abbiamo ricevuto anche da quella religione che ha il compito socio culturale di proteggerci fintantoché, come un bambino che inizia a camminare, non abbiamo più bisogno di restare attaccati alla sua mano.

Spiritualità è procedere verso la perfetta fusione tra LUCE e MATERIA scoprendo che  essere TERRA non solo non è negativo, ma che proprio l'essere materia dà alla propria  LUCE' la possibilità di creare IN QUESTA DIMENSIONE.

Da quella presa di consapevolezza, che porta a riconoscere sempre più tutto come “me stesso”,  inizia il cammino di crescita personale con la creazione di quel 'direttore di orchestra' / 'osservatore imparziale' che, con AMORE ed AUTORITÀ , trasforma i diversi personaggi da parti in conflitto a risorse a disposizione, verso la realizzazione dell'AMORE, scopo della nostra vita.
Ama il tuo prossimo come te stesso perché il tuo prossimo sei tu stesso.

In queste poche parole c'è un salto vertiginoso, che spiega anche quello che ha detto Gesù. Non si tratta di un precetto morale inarrivabile. Si tratta semplicemente di una LEGGE universale come la legge di gravità: se lasci cadere un bicchiere sbatte per terra e si rompe...
'Ama il tuo prossimo' semplicemente perché il prossimo tuo sei tu, è una tua proiezione, sono i tuoi personaggi che gli altri, come uno specchio, stanno riflettendo.

Su quella strada si inizia a fare esperienza dell'UNO... ma quella è un'altra musica...

Namasté grandi Anime.

 

Medicina 'tecnologica' e medicina 'sciamanica'

a 40 anni dalla laurea in medicina del 21 luglio 1978


40 anni fa, come ieri, 21 luglio mi sono laureato in medicina. 40 anni solo una enormità! 40 è il numero magico della grande trasformazione…
Così mi sono trovato a riflettere su quale sia stata la mia trasformazione di medico in questo tempo così lungo. Interessante mi sia trovato ora a fare queste riflessioni… ora che sono fuori dalla professione da cinque anni!
Mentre passavo la giornata a sistemare il mio sito, in particolare la mia biografia sono tornato alle storie di quei pazienti di un passato dimenticato e alla soddisfazione di quei tanti risultati che il tempo cancella, osservando quanto sia cambiato… Il medico non è come il muratore che ogni volta che passo davanti a ‘quella’ casa ricorda che è anche sua, che l’ha fatta lui, con le sue mani: le storie dei pazienti se ne vanno con la memoria e così sembra non aver fatto… niente.
Fatalità, in questi giorni ho cominciato a guardare su Netflix la serie del dottor House. È strano come, negli anni, diverse persone mi abbiano paragonato a lui e io non sia mai andato a vedere chi sia che cosa faccia. E partendo da quei video ho ‘visto’ diverse cose.
Ci sono due specie di medici.
Da una parte il 'medico tecnologico', quello da cui sono partito anch’io: fa la medicina tecnica dell’università, quella che cerca il responsabile, la causa, come si cerca un criminale attraverso una indagine di polizia. E’ così che agisce Hauser: ha una cultura immensa ed un ‘fiuto’ da segugio che bracca la preda fino a raggiungerla, anche fuori dalle righe, ma sempre rigorosamente dentro la logica di trovare il ‘colpevole’ ad ogni costo.
Quel medico ha l’assoluta certezza, illuminista, che ad ogni effetto corrisponda una causa precisa, individuabile, assolutamente oggettiva, ripetibile e annullabile usando un principio /medicinale /medicinale opposto perfetto. Qui non serve la relazione, se non per trovare indizi che portino al ‘nemico’.
All’inizio della mia carriera dicevano fossi un medico di acciaio, incapace di relazione con i pazienti. In realtà, come ho detto diverse volte, non sapevo come gestire la mia ipersensibilità e quel tenere a distanza, era un tentativo maldestro di difendermi… come Hauser.
Non sapevo come arginare tutto quello che mi arrivava dalle persone, che sentivo come mio, tanto peggio quando si trattava di malattie importanti.
Con il tempo ho imparato ad utilizzare la mia sensibilità come uno strumento formidabile di relazione al punto di arrivare regolarmente a sentire immediatamente i problemi e così aiutare ad individuarli, accopagnando le persone ad accogliere il loro significato, il messaggio che stavano portando nella loro vita. Per quella via ho scoperto il peso del gioco delle proprie parti dell’Ego (Voice Dialogue), il peso dei carichi familiari alla Hellinger, i binari obbligati del pensiero collettivo…
Questo mio percorso mi ha portato verso l’estremo opposto: quello del 'medico sciamano', che agisce più sulle cause profonde della malattia che sui sintomi che ne conseguono.
‘Sciamano’ vuol dire che aiuta a svelare e mettere in pace le richieste dell’originalità irripetibile di ciascuno con la propria Anima, gli fa vivere quel momento come lezione, come opportunità di crescita, non uno strizzacervelli che cerca di spiegare tutto o peggio ancora dare la colpa a qualcun altro, padre, madre, sfortuna od altro ancora…
Mi sono spostato tanto, forse troppo in quella direzione, per reazione, per insegnarla, per mostrare ‘a tutti’ quello che non si vuol vedere in medicina anche omeopatica, dove non cambia niente di tutto ciò, perché la si può fare come tecnici al computer, con risultati tendenzialmente sintomatici, oppure diretta ai malesseri originali di Anima.
Comunque sia, non si può curare davvero agendo solo sugli effetti, perché i sintomi i segni sono prima di tutto ‘parole’ che stanno raccontando il male vero, cui si dovrebbe guardare, certo senza omettere niente di fronte al pericolo di vita o di lesioni..
Il mio darmi da fare per cambiare il mondo mi è costato molto, personalmente e fisicamente…
Sembrerebbe banale ma la conclusione cui mi hanno portato le mie riflessioni è ancora una volta quella: ‘in medio stat virtus’.
La MISURA è nel giusto mezzo.
Ma è difficilissima se non impossibile perché la medicina tecnologica chiede una cultura smisurata che peraltro pochi inseguono davvero come valore. La pratica medica è parecchio ‘ignorante’ come riconosce la stessa medicina ufficiale.
L’altra, la medicina sciamanica, richiede una capacità di creare una relazione ‘potente’ che può realizzarsi solo dove c’è un ‘sentire’ ed un ‘ascolto’ non solo risvegliati, ma parecchio allenati, dentro una pulizia interiore che può risultare solo da un cammino vero verso se stessi.
Così, quello che risulta sono spesso pasticci complessi.
Forse il futuro prossimo sarà di equipe, alla Hauser, ma non di specialisti diversi, ma prima di tutto equipe di medici tecnologici assieme a medici sciamani.


 


 
 
 
laurea
 
 
 
 

Il 'Guerriero'

guerriero
 

16 luglio 2018

Quanti sono i personaggi o Sé, o Aspetti o Maschere che vivono in ciascuno di noi? Tanti, tantissimi. Il Voice Dialogue, sintetizzato in quel nostro 'Tu sei una folla...' lo mostra bene.

Ma tutti questi modelli o archetipi, non hanno lo stesso peso perché non godono dello stesso 'sostegno' sociale.

Il condizionamento socioculturale, ad esempio, ha fatto piazza pulita del Guerriero interiore: un archetipo antico e potente.

Il guerriero, in tutte le culture, è colui che difende i valori, anche al prezzo della propria ed altrui vita, senza coinvolgimento emotivo, nella sequela di una perfezione ideale.

La nostra sub-socio-cultura lo ha di fatto eliminato, perché pericolosamente opposto al personaggio della Vittima che, al contrario, è supportato in tutti i modi, essendo perfetto per mantenere il controllo delle persone.

La Vittima ha bisogno di Salvatori e di Carnefici: è nella sua fisiologia. E la società glieli offre in continuazione nei modi più diversi. Per far questo si avvale anche degli archetipi della religione, che hanno fatto di Gesù – il modello da imitare - la Vittima delle vittime. Anziché esaltarne l'aspetto di Guerriero, sovvertitore di tutte le regole, sprone a realizzare il 'dio interiore' fuori da ogni struttura, se ne è fatto un predicatore della rinuncia a sé stessi e della delega di ogni potere.

Alla fine, grazie alla convergenza di interessi a mantenere il controllo sulle persone, oggi il gioco perverso Vittima Salvatore Carnefice è arrivato a reggere tutta la struttura della società ad ogni livello di relazione.

Per questo alla 'non reazione' si è cambiato il nome in 'pacifismo' diventato progressivamente il modo obbligato, imbelle di sopportare tutto senza mai reagire 'adeguatamente' e l'uso delle armi comunque aborrito e condannato sempre come violenza, senza distinzioni tra chi aggredisce e chi si difende.

Il personaggio del Guerriero è l'esatto opposto della Vittima.

E' pronto a battersi per recuperare dignità, libertà di pensiero ed azione, diritti fondamentali. Per questo la società ha 'bisogno' di difendersi dalla possibile ripresa di questa figura.

Lo fa marchiando /condannando /esecrando come 'violenza' tutto ciò che esce dalle righe di una supina accettazione a porgere l'altra guancia, fino a negare la violenza insita in comportamenti cui obbliga perfino quei pensionati 'costretti' a rovistare nelle immondizie per mangiare...

Le caratteristica principale del guerriero è la sua capacità di agire in modo automatico, per i valori, al di fuori delle reazioni emotive, grazie alla disciplina di vita che gli permette di realizzare e mantenere quello stato.

Emblematico dell'ostracismo del Guerriero è anche il come viene normalmente considerata la 'disciplina': una costrizione che limita la libertà personale... nascondendo così il fatto che sia proprio lo strumento principale, necessario per conquistare la propria Libertà..

I copioni asfittici della Vittima, marchio universale di riconoscimento reciproco nelle relazioni, non sono innocui: esercitano una costante azione distruttiva sull'autostima di cui bisogna tenere conto.

Così, per procedere nella crescita personale, oltre a riconoscere e prendere progressivamente spazio dagli automatismi della Vittima, serve anche proteggere quello che via via si è arrivati a conquistare, altrimenti pericolosamente esposto alla pressione distruttiva ambientale, tanto maggiore quanto più ci si distanzia da quel modello.

Per questo, più che mai, ora è arrivato il tempo di riscoprire il Guerriero, usarne le risorse per difendere le proprie conquiste in direzione del Cuore.

 

Namasté